Kant e per la pace perpetua

Uno dei testi kantiani più suggestivo e importante è lo scritto Per la pace perpetua (1795), il quale mostra la dipendenza di tanti aspetti della sua filosofia dai problemi della teodicea, termine filosofico introdotto da Leibniz, per riassumere il problema, presente in molte religioni, della sussistenza del male nel mondo in rapporto alla giustificazione della divinità e del suo operato. L’occasione del saggio fu la pace firmata a Basilea il 5 Aprile 1795 tra la Repubblica francese e la Prussia, però già dieci anni prima, Kant aveva espresso le stesse speranze riguardo il futuro dell’umanità. Il tema è affrontato da Kant sottoforma di un trattato internazionale, includendo articoli preliminari e definitivi per la pace perpetua tra gli Stati, nonché due Supplementi: Garanzia e Articolo segreto per la pace perpetua (appendice divisa in due parti sui rapporti tra politica e morale).

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la giustizia secondo Platone 

​I temi fondamentali di alcuni dialoghi di Platone si trovano riassunti nella sua massima opera, la Repubblica, che li ordina e li connette intorno al motivo centrale di una comunità perfetta, nella quale il singolo trova la perfetta formazione. Nella Repubblica il dialogo è dedicato al tema della giustizia. Essa si apre con le considerazioni di Cefalo, il padre di Lisia, sulla vecchiaia e si chiude con il mito di Er sul destino delle anime dopo la morte: i problemi esistenziali dell’individuo trovano la loro soluzione nella giustizia della città. L’individuo è in piccolo quel che la città è in grande ed è un elemento della città.

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