Volere l’eterno ritorno

La volontà di potenza di Nietzsche, il testo, l’opera, risulta la summa del pensiero del filosofo tedesco; con questo modestissimo intervento analizzeremo il concetto di eterno ritorno dell’uguale partendo da due prospettive diverse, che forse si potranno unire successivamente. Oltre che tratteggeremo il rapporto fra l’eterno ritorno dell’uguale e la volontà di potenza.

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la volontà di potenza

Sullo sfondo della visione prospettica, di cui abbiamo largamente parlato, si colloca la trasvalutazione di tutti valori, «logica» conseguenza del crepuscolo degli idoli, de la filosofia del martello. Stiamo parlando de la volontà di potenza. La Volontà di Potenza è anche il titolo di diverse raccolte, postume, di appunti di Nietzsche; la critica secondaria si divide proprio su questo punto, ovvero se considerare tali raccolte come genuine, espressioni autentiche o se risultano estrapolate fuori dal loro proprio contesto. Esistono inoltre varie edizioni del testo, de La Volontà di Potenza; una curata dai fratelli, una dalla sorella etc.

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Morte di Dio e divenire

Lapidariamente, per Nietzsche il divenire è l’unica certezza. Abbiamo visto e abbiamo percepito come il filosofo faccia delle interpretazioni un metodo: un’interpretazione critica che non giunge mai a una verità stabile. Eppure sul Divenire Nietzsche non ha dubbi, è la cosa più certa in assoluto. Ritroviamo in tutte le opere di Nietzsche le intuizioni del dionisiaco e apollineo, e una di queste, il dionisiaco, significa il divenire: il divenire è l’esplicazione del dionisiaco, cioè il continuo mutamento, la non certezza di qualcosa di stabile, l’idea che l’essere stesso non sia mai definibile e definito. Pertanto il divenire è la verità dionisiaca, la verità del continuo perire delle cose.

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