La meditazione hegeliana sul negativo è prevalentemente di matrice giovanile, non si tratta esclusivamente di un interesse intellettuale, bensì di uno esistenziale, il quale assume tuttavia la veste della necessità logico-dialettica propria del sistema; il negativo è il vero tema che percorre tutta la filosofia di Hegel.
Leggi tuttoFede e sentieri su Hegel
Hegel sostiene che l’ateismo sia la perdita di interesse per la verità tipica di un mondo in cui tutto diventa irrilevante. Si può sostenere che Hegel rimanga ateo, in quanto nega l’esistenza di un Dio creatore, trascendentale. Per lui infatti la realtà coincide con l’Assoluto, Dio consisterebbe nella Storia, ovvero nella manifestazione più propria dell’Assoluto.
Leggi tuttoHegel e l’assoluto
Lo Spirito Assoluto è il momento in cui l’Idea giunge alla piena coscienza della propria infinità, ed è il risultato di un processo dialettico rappresentato dall’arte, dalla religione e dalla filosofia.
Leggi tuttoHegel, il rivoluzionario
Per quanto concerne l’elemento etico, l’individuo non può e non deve vivere da sé come un atomo, ma deve prendersi cura di sé e degli altri; come in Spinoza, in Hegel nessun ente e a sé. Così, mentre il desiderio è la prima manifestazione di un riconoscimento, poiché l’individuo vuole fra le prime cose essere riconosciuto quale individuo (dialettica servo-padrone), questo desiderio di essere riconosciuto deve avere un limite; il desiderio illimitato del capitalismo è ciò di più anti-hegeliano che ci sia. L’economia è uno strumento della società che risponde ai bisogni, ma non può venir “lasciata libera”, deve essere organizzata, tutelata dallo Stato (il tuo desiderio finisce laddove inizia quello dell’altro). Lo Stato deve garantire il benessere sociale, proprio per il tramite dell’economia; il benessere di tutti o della maggior parte.
Leggi tuttola dialettica hegeliana
Hegel considera il negativo come il motore della storia – in maniera analoga, nelle vite individuali, le esperienze negative generano riflessione; – le guerre “alimentano” i popoli e le nazioni, causando il male del mondo e costringendo l’uomo a prendere coscienza delle proprie azioni. Laddove si trova la negazione esiste una divisione, se vi sono più elementi, o un’auto-differenziazione, se vi è un elemento unico: l’io si auto-differenzia da sé, momento negativo, comprendendo di non essere il “tu”; in questa negazione esiste sicuramente una relazione, il “noi”, che toglie-conserva (Aufheben) l’io e il “tu” portandoli a una visione più ampia. Nel lessico hegeliano, il noi è più concreto del tu–io che sono astratti.
Leggi tuttoalcune figure de “la Fenomenologia dello Spirito”
La Fenomenologia dello Spirito, ovvero la Scienza dell’esperienza della coscienza, è stata pubblicata nel 1807 a Jena; ma prima di affrontare le profonde dinamiche ivi inserite, alcune premesse sono doverose, soprattutto in ambito linguistico. Per prima cosa col termine scienza si intende discorso organico, in cui ogni aspetto precede o segue il successivo come se fosse per l’appunto un organismo (seme, pianta, fiore, frutto etc.). Con il termine Spirito (Geist), si intende tutto ciò che non è naturale, che si erge differenziandosi dalla natura; il diritto, l’economia, le scienze, la letteratura etc. ovvero tutto ciò che ha a che fare con l’uomo in quanto uomo.
Leggi tuttoHegel secondo Hösle
Intervista di Vittorio Hösle su Georg Wilhelm Friedrich Hegel
La filosofia della storia di Hegel è ciò che ha contribuito a render note le idee hegeliane; ancora oggi è il testo più letto, perché il più facile da comprendere. La filosofia di Hegel, come idealismo, presenta i più alti livelli fondativi. Per Hegel lo sviluppo dell’Assoluto culmina nel processo storico dello spirito umano. Mentre, lo scopo ultimo dello sviluppo del mondo, è la realizzazione dell’idea della libertà nel processo storico. Si chiede ad Hösle di spiegare la frase più celebre di Hegel, Tutto ciò che è razionale è reale, ciò che reale è razionale.
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