Il colonialismo come conseguenza della storia umana moderna

Il fenomeno del colonialismo ha avuto un ruolo tutt’altro che marginale all’interno dello sviluppo di quelli che adesso sono considerati i paesi più industrializzati e sviluppati del globo, per questo è giusto partire da questo argomento per inquadrare i fatti avvenuti dopo nella storia e per definirne la forma (irregolare, ciclica o progressiva). Per molti versi la storia del colonialismo può essere fatta iniziare con la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo nel 1492, anche se, fuori dall’Europa, già si erano verificati numerosi episodi di colonizzazione tra diverse tribù locali e non. Il perché di questa voglia improvvisa di cercare nuove terre e, una volta trovate, spingersi anche ad uccidere il popolo locale sono racchiuse in varie teorie e spiegazioni. La teoria più conosciuta è quella composta da 3 ragioni che spiegherebbero lo spostamento di alcune civiltà in altre zone del mondo: lo spirito imperialista, lo sviluppo economico europeo e il forte aumento della popolazione. Queste ragioni possono essere tranquillamente valide, ma pochissimi storici si sono domandati del perché troviamo così tanta disuguaglianza tra le varie popolazioni.

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le origini dell’Islam

La penisola arabica è prevalentemente desertica e pianeggiante ma nell’antichità era conosciuta come Arabia felix; anche se terra arida v’erano delle coltivazioni rigorose e splendidi giardini. Gli arabi ad Occidente commerciavano con altre popolazioni dandogli spezie e aromi, preziosi prodotti orientali. Nell’entroterra dell’Arabia vi abitava una popolazione chiamata beduini, una popolazione nomade che si occupava di pastorizia ovina, si spostavano con i dromedari nel deserto. La produzione agricola si limitava in delle piccole oasi, però il ricavato non era sufficiente per il sostentamento di uomini e animali.

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la Rivoluzione Russa

Presupposti storici
Durante l’Ottocento vi fu una forte affermazione borghese e liberale e le poche monarchie rimaste concessero costituzioni: l’assolutismo in Europa era ormai parte del passato. In Russia era però ancora in vigore l’antico regime, gli Tsar erano autocrati contro sindacati, scioperi, libertà di espressione e imponevano una giornata lavorativa di undici ore senza alcun giorno di pausa.

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le Signorie: le dinamiche del potere

Il Medioevo viene solitamente associato al concetto di vassallaggio ossia un giuramento solenne e pubblico tra un signore e un vassallo. Esso doveva indurre all’instaurazione di un legame di fedeltà e lealtà basati sull’adempimento di obblighi imprescindibili per ambo le parti: il vassallo doveva mettere a disposizione del signore le proprie competenze militari e in cambio riceveva protezione e un feudo. Questa distinzione gerarchica ed estremamente minimalista ed esemplificativa della società medievale non è però sufficiente ad offrire un quadro chiaro e completo della realtà propriamente detta.

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analisi psichica su Hitler

Fra tanti dittatori sanguinari nella storia, Adolf Hitler è sicuramente, oltre che recente, quello che continua a stuzzicare la curiosità di tantissimi studiosi per il ruolo che ha avuto nella Seconda Guerra Mondiale e per come è riuscito a portare la Germania al regime Nazista. Molti psicologi e psicoanalisti, in particolare, hanno voluto approfondire la storia della sua vita per cercare di capire cosa mai avesse spinto lui a compiere tanti crimini contro l’umanità, e cosa abbia spinto tante persone a seguirlo.

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Monika Ertl, eroina?

Una profonda contraddizione sussiste nella giustizia umana, la sensazione che essa si riduca e significhi altro che la vendetta, poiché le leggi o non colpiscono o, spesso, elogiano gli ignobili. L’inizio del giorno del primo aprile 1971 Roberto Quintanilla venne giustiziato. L’ex colonnello dei servizi segreti boliviani che volle la morte di Guevara e che non rispettò affatto quel decoroso cadavere (fu lui che ordinò di tagliare le mani al cadavere del Che), venne assassinato ad Amburgo, nella sede del consolato boliviano. I colpi mortali partirono da una Colt Cobra registrata a nome di Giangiacomo Feltrinelli; mentre la vendetta si avvenne per mano di Monika Ertl, giovane tedesca che aveva abbracciato gli ideali rivoluzionari.

La nostra Monika si era finta una giornalista australiana e chiesto di intervistare il neo console Quintanilla; appena entrò nello studio consolare, prese la pistola e sparò tre colpi, che colpirono l’assassino. Nella fuga Monika abbandonò la pistola, la borsa, una parrucca e un biglietto con scritto: vittoria o morte. La giovane aveva combattuto in seconda linea in Bolivia, proprio assieme al Che, e dopo la sua morte entrò nell’E.L.N. (Esercito di Liberazione Nazionale) boliviano. Dopo l’uccisione di Roberto Quintanilla della ragazza non si seppe più nulla, si scoprì che era tornata in Bolivia a combattere, ancora. Monika morirà nel 1973, a seguito di un’imboscata da parte dell’esercito; il luogo di sepoltura non è mai stato reso noto.

di Giancarlo Petrella,
Proprietà letteraria riservata©

la Rivoluzione cubana

Sui molteplici aspetti che ci si potrebbe soffermare, quando si parla della Rivoluzione cubana, c’è senz’altro da segnalare il suo carattere mediatico: fu una rivoluzione combattuta anche tra le testate giornalistiche, l’opinione pubblica oltre che i salotti intellettuali – si ricordi in merito la celeberrima foto che vede in essa raffigurati il Che con il filosofo Sartre. Per Rivoluzione cubana si intende quel processo storico che ha visto la caduta della dittatura militare di Fulgencio Batista e l’avvento dell’era di Fidel Castro. Dopo Fidel si avrà Raúl Castro, suo fratello; entrambi sono stati dei rivoluzionari e insieme all’eroe Ernesto Guevara hanno guidato i cosiddetti barbudos, nome dei rivoluzionari cubani del Movimento del 26 luglio: le barbe erano lunghe a simbolo della decisione di non raderle fin quando non avessero vinto la guerra, la guerra di liberazione. Secondo un’altra versione, le barbe sarebbero state lunghe poiché i rivoluzionari non avrebbero avuto lamette per tagliarle.

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Becket e il suo Re, il cinema

Il cinema viene considerata la settima arte fin dalla sua nascita, e il suo scopo può mutare in maniera estremamente flessibile, dall’intrattenimento all’informazione, e, col passare degli anni, è diventato uno strumento di divulgazione esemplare. Nel caso di Becket e il suo re, si tratta di un film storico, il suo scopo può variare, quindi, dal semplice intrattenimento, alla vera e propria informazione su eventi storici, ma se questo è già possibile farlo attraverso la scrittura, perché utilizzare il cinema come strumento mediatico, data la sua maggiore complessità e dispendiosità?

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Hitler, accenni biografici

Adolf Hitler è un politico tedesco, fondatore e figura centrale del nazional-socialismo, fondatore della dittaatura totalitaria del Terzo Reich, capo del Partito laburista nazional-socialista tedesco, cancelliere del Reich e Fuhrer di Germania, comandante supremo delle forze armate tedesche nella seconda guerra mondiale. La biografia di Hitler Adolf Hitler nacque nell’austriaca Braunau am Inn il 20 aprile 1889. Era un bambino tanto atteso, perché prima di allora tre bambini erano già morti nella famiglia Hitler. Suo padre, Alois, ha lavorato come doganiere, in modo che la famiglia potesse vivere in relativa prosperità. La madre, Klara, proveniva da una grande famiglia di contadini. Hitler ha studiato in diverse scuole da bambino, poiché la sua famiglia ha spesso cambiato il suo luogo di residenza a causa del lavoro di suo padre. Adolf non ha mostrato alcuna capacità di apprendimento. Quando Hitler aveva quattro anni, suo padre morì. Dopo 4 anni, nel 1907, la madre muore di oncologia, che diventa una vera tragedia per un adolescente. Hitler decide presto di andare a Vienna.

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