Genealogia della Morale

Nella sua opera “Genealogia della morale”, Friedrich Nietzsche esplora il concetto di coscienza in relazione all’origine e all’evoluzione dei valori morali nella società. Nietzsche critica la concezione tradizionale della morale, che considera la coscienza come un’entità stabile e universale, e sostiene che la coscienza è il risultato di un processo storico e culturale.

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Nietzsche classista

Come per Hegel e Marx, anche Nietzsche sostiene, in un senso forse (per assurdo) più storico, che le classi siano nate in un certo punto nella storia, divisione che si ripercuote nei nostri giorni; tale divisione sarà riproposta pur dal filosofo italiano Giorgio Colli (per il quale l’umanità si divide in coloro che compiono le azioni senza alcun calcolo razionale e coloro che usano il principio dell’utile, la forma più abietta). Certamente la grandezza di un uomo è commisurata a quanto riesce a non considerare l’essere in base al proprio tornaconto.

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Volere l’eterno ritorno

La volontà di potenza di Nietzsche, il testo, l’opera, risulta la summa del pensiero del filosofo tedesco; con questo modestissimo intervento analizzeremo il concetto di eterno ritorno dell’uguale partendo da due prospettive diverse, che forse si potranno unire successivamente. Oltre che tratteggeremo il rapporto fra l’eterno ritorno dell’uguale e la volontà di potenza.

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Nietzsche e Pirandello

Pirandello è un lettore accanito di Nietzsche (lo sostenne in un’intervista del 1936). Nietzsche ne La Nascita della Tragedia sostiene che i Greci contro l’abisso dionisiaco avevano alzato statue bianche per difendersi dal baratro; così Pirandello dice, in merito a questa analogia, che lui le ha «scrollate»; si ha così un accenno del decostruzionismo: vengono decostruiti, infatti, tutti gli elementi e tutti gli aspetti della psiche e della morale.

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la volontà di potenza

Sullo sfondo della visione prospettica, di cui abbiamo largamente parlato, si colloca la trasvalutazione di tutti valori, «logica» conseguenza del crepuscolo degli idoli, de la filosofia del martello. Stiamo parlando de la volontà di potenza. La Volontà di Potenza è anche il titolo di diverse raccolte, postume, di appunti di Nietzsche; la critica secondaria si divide proprio su questo punto, ovvero se considerare tali raccolte come genuine, espressioni autentiche o se risultano estrapolate fuori dal loro proprio contesto. Esistono inoltre varie edizioni del testo, de La Volontà di Potenza; una curata dai fratelli, una dalla sorella etc.

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Morte di Dio e divenire

Lapidariamente, per Nietzsche il divenire è l’unica certezza. Abbiamo visto e abbiamo percepito come il filosofo faccia delle interpretazioni un metodo: un’interpretazione critica che non giunge mai a una verità stabile. Eppure sul Divenire Nietzsche non ha dubbi, è la cosa più certa in assoluto. Ritroviamo in tutte le opere di Nietzsche le intuizioni del dionisiaco e apollineo, e una di queste, il dionisiaco, significa il divenire: il divenire è l’esplicazione del dionisiaco, cioè il continuo mutamento, la non certezza di qualcosa di stabile, l’idea che l’essere stesso non sia mai definibile e definito. Pertanto il divenire è la verità dionisiaca, la verità del continuo perire delle cose.

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il Nietzsche illuminista

Il secondo periodo di Nietzsche viene anche chiamato periodo illuminista poiché critica della società. Avevamo analizzato nella seconda considerazione inattuale la questione dello studio della storia non passivo, nozionistico, ma in maniera attiva criticando la società, gli eventi storici e le figure; soprattutto avendo la capacità di scindere dal passato, allontanarsi da esso, dimenticarlo, obliarlo perché il suo peso può annullare la vita, le forze vitali: l’individuo che è troppo incentrato nel proprio passato (o nello studio delle epoche precedenti) nella vita quotidiana, dimentica il presente e soprattutto il futuro.

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il primo Nietzsche

Il primo periodo di Nietzsche si caratterizza per un impianto fortemente influenzato da Schopenhauer e quindi di critica all’idealismo. Egli nasce come filologo, alla ricerca della verità specifica, la verità del linguaggio e del lessico; ciò lo influenza sulla rigorosità del metodo, sull‘analisi per la volontà di verità. Scrive moltissimo, opere inedite o semplici taccuini, ma canonicamente la prima opera che si considera tale è La nascita della tragedia con la titolatura Secondo lo spirito della musica, pubblicata nel 1876. Qui si cerca di delineare la nascita della tragedia classica greca, secondo un aspetto dionisiaco, evocando due intuizioni e non concetti: Dioniso e Apollo. Quest‘ultimo è il dio solare, della bella parvenza, dio classico dell‘equilibrio, rappresenta la razionalità, la lucentezza ed il suo simbolo è la statua. Nella filosofia quest‘intuizione è la rappresentazione di creare illusioni, perché la realtà in verità è forte, tenebrosa, il vero e unico Io primordiale è sofferenza.

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