Kant o Hegel? Individualità o eticità?

Hegel critica la concezione kantiana di morale, in quanto fondamentalmente astratta ed individuale. In Kant rimane una morale dell’intenzione, mentre Hegel, con la sua eticità dialettica, esprime la realizzazione dell’individuo nell’ambito: familiare, della società e dello Stato.

Se ci si riflette sopra, la morale di Kant può in effetti sembrare quasi egoistica: un’azione risulta essere moralmente valida quando soddisfa il criterio dell’universalizzazione, ossia quando ogni uomo ipotizza il proprio comportamento come adottabile da chiunque, eppure allo stesso tempo è come se andasse a negare a priori il contrario di ciò che l’individuo considera essere il comportamento giusto da adottare.

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Fede e sentieri su Hegel

Hegel sostiene che l’ateismo sia la perdita di interesse per la verità tipica di un mondo in cui tutto diventa irrilevante. Si può sostenere che Hegel rimanga ateo, in quanto nega l’esistenza di un Dio creatore, trascendentale. Per lui infatti la realtà coincide con l’Assoluto, Dio consisterebbe nella Storia, ovvero nella manifestazione più propria dell’Assoluto.

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Hegel, il rivoluzionario

Per quanto concerne l’elemento etico, l’individuo non può e non deve vivere da sé come un atomo, ma deve prendersi cura di sé e degli altri; come in Spinoza, in Hegel nessun ente e a sé. Così, mentre il desiderio è la prima manifestazione di un riconoscimento, poiché l’individuo vuole fra le prime cose essere riconosciuto quale individuo (dialettica servo-padrone), questo desiderio di essere riconosciuto deve avere un limite; il desiderio illimitato del capitalismo è ciò di più anti-hegeliano che ci sia. L’economia è uno strumento della società che risponde ai bisogni, ma non può venir “lasciata libera”, deve essere organizzata, tutelata dallo Stato (il tuo desiderio finisce laddove inizia quello dell’altro). Lo Stato deve garantire il benessere sociale, proprio per il tramite dell’economia; il benessere di tutti o della maggior parte.

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la dialettica hegeliana

Hegel considera il negativo come il motore della storia – in maniera analoga, nelle vite individuali, le esperienze negative generano riflessione; – le guerre “alimentano” i popoli e le nazioni, causando il male del mondo e costringendo l’uomo a prendere coscienza delle proprie azioni. Laddove si trova la negazione esiste una divisione, se vi sono più elementi, o un’auto-differenziazione, se vi è un elemento unico: l’io si auto-differenzia da sé, momento negativo, comprendendo di non essere il “tu”; in questa negazione esiste sicuramente una relazione, il “noi”, che toglie-conserva (Aufheben) l’io e il “tu” portandoli a una visione più ampia. Nel lessico hegeliano, il noi è più concreto del tuio che sono astratti.

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alcune figure de “la Fenomenologia dello Spirito”

La Fenomenologia dello Spirito, ovvero la Scienza dell’esperienza della coscienza, è stata pubblicata nel 1807 a Jena; ma prima di affrontare le profonde dinamiche ivi inserite, alcune premesse sono doverose, soprattutto in ambito linguistico. Per prima cosa col termine scienza si intende discorso organico, in cui ogni aspetto precede o segue il successivo come se fosse per l’appunto un organismo (seme, pianta, fiore, frutto etc.). Con il termine Spirito (Geist), si intende tutto ciò che non è naturale, che si erge differenziandosi dalla natura; il diritto, l’economia, le scienze, la letteratura etc. ovvero tutto ciò che ha a che fare con l’uomo in quanto uomo.

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Hegel secondo Hösle

Intervista di Vittorio Hösle su Georg Wilhelm Friedrich Hegel

La filosofia della storia di Hegel è ciò che ha contribuito a render note le idee hegeliane; ancora oggi è il testo più letto, perché il più facile da comprendere. La filosofia di Hegel, come idealismo, presenta i più alti livelli fondativi. Per Hegel lo sviluppo dell’Assoluto culmina nel processo storico dello spirito umano. Mentre, lo scopo ultimo dello sviluppo del mondo, è la realizzazione dell’idea della libertà nel processo storico. Si chiede ad Hösle di spiegare la frase più celebre di Hegel, Tutto ciò che è razionale è reale, ciò che reale è razionale.

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