critica al comunismo

Il Manifesto del partito Comunista viene steso nel 1848 da Marx ed Engels, personalità rappresentative della Lega dei comunisti, fondata nell’anno precedente. Marx, espulso da Parigi e dal Belgio su richiesta del governo dopo la pubblicazione del Manifesto, sostiene nell’opera la necessità di distinguere le lotte tra le classi sociali durante gli anni della storia dell’uomo.

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la Rivoluzione cubana

Sui molteplici aspetti che ci si potrebbe soffermare, quando si parla della Rivoluzione cubana, c’è senz’altro da segnalare il suo carattere mediatico: fu una rivoluzione combattuta anche tra le testate giornalistiche, l’opinione pubblica oltre che i salotti intellettuali – si ricordi in merito la celeberrima foto che vede in essa raffigurati il Che con il filosofo Sartre. Per Rivoluzione cubana si intende quel processo storico che ha visto la caduta della dittatura militare di Fulgencio Batista e l’avvento dell’era di Fidel Castro. Dopo Fidel si avrà Raúl Castro, suo fratello; entrambi sono stati dei rivoluzionari e insieme all’eroe Ernesto Guevara hanno guidato i cosiddetti barbudos, nome dei rivoluzionari cubani del Movimento del 26 luglio: le barbe erano lunghe a simbolo della decisione di non raderle fin quando non avessero vinto la guerra, la guerra di liberazione. Secondo un’altra versione, le barbe sarebbero state lunghe poiché i rivoluzionari non avrebbero avuto lamette per tagliarle.

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l’alienazione per Marx

In questo passo, Marx espone il suo concetto di alienazione. Tale concetto ha le sue radici nella filosofia precedente a Marx. Rousseau, ad esempio, aveva usato il termine alienazione per indicare la cessione dei diritti individuali a favore della comunità. Successivamente questo termine viene utilizzato da Hegel per indicare il movimento stesso dello spirito che si fa altro da sé, nella natura e nell’oggetto, per potersi poi riappropriare di sé in modo arricchito. Per Feuerbach, invece, l’alienazione si identifica con la situazione dell’uomo religioso, che si sottomette a Dio e che si estrania in tal modo dalla propria realtà. Marx riprende da Feuerbach la struttura formale del meccanismo dell’alienazione, intesa come condizione patologica di scissione, dipendenza e auto-estraniazione. Tuttavia, mentre per Feuerbach l’alienazione era un fatto prevalentemente coscienziale che deriva da un’errata interpretazione di sé, Marx la considera un fatto reale, di natura socio-economica, poiché si identifica con la condizione storica del salariato all’interno della società capitalistica. Inoltre, l’alienazione dell’operaio viene descritta da Marx sotto quattro aspetti fondamentali, strettamente connessi tra loro:

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riflessione sul denaro, Marx

Sia dai Manoscritti economico-filosofici del 1844, sia da altre opere, appare l’idea di Marx riguardante il denaro. Iniziando dal fatto che Marx ritiene il denaro estremamente indispensabile, ma non nel senso positivo del termine, tant’è che viene considerato una delle cause dell’alienazione del lavoratore, il quale, infatti, è alienato anche verso la sua attività, vista come forzata, costrittiva e utile solamente al profitto del capitalista.

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l’ideologia tedesca di Marx

da L’ideologia tedesca

I singoli individui formano una classe solo in quanto debbono condurre una lotta comune contro un’altra classe; per il resto essi stessi si ritrovano l’uno di contro all’altro come nemici, nella concorrenza. D’altra parte la classe acquista a sua volta autonomia di contro agli individui, cosicché questi trovano predestinate le loro condizioni di vita, hanno assegnata dalla classe la loro posizione nella vita e con essa il loro sviluppo personale, e sono sussunti sotto di essa. Questo fenomeno è identico alla sussunzione dei singoli individui sotto la divisione del lavoro e può essere eliminato soltanto mediante il superamento della proprietà privata e del lavoro stesso. Abbiamo già accennato più volte come questa sussunzione degli individui sotto la classe si sviluppi in pari tempo in una sussunzione sotto idee di ogni genere, ecc.

“L’ideologia tedesca”, che comprende il breve estratto preso in esame, è scritta da Karl Marx e Friederich Engels. L’opera è sia una analisi polemica dei pensieri di Hegel e Feuerbach, con i loro punti di forza e le loro criticità, sia una trattazione che prende in esame la società e la storia, gettando le basi per le idee che verranno trattate nel “Manifesto del Partito Comunista” e mettendo sotto severa critica lo Stato moderno in cui gli autori vivono. In particolare, emerge il concetto di scontro fra due fazioni che compongono la società come mezzo di sviluppo, prima ne “L’ideologia tedesca” sotto forma di dialettica fra forze produttive e rapporti di produzione, poi nel “Manifesto del Partito Comunista”, evolvendosi in vera e propria lotta fra proletariato e borghesia, come stadio più recente delle lotte di classi che si sono succedute nella storia. Addirittura, nel “Manifesto”, la stessa concezione di storia è identificata come lotta di classe.

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la lotta di classe in Marx

Il testo, tratto dal Manifesto del Partito Comunista, verte su uno dei temi più comuni e centrali della filosofia e della politica di Marx, ovvero quello delle lotte di classe. Lotte che da secoli, se non millenni, si susseguono in tutte le società e civiltà più o meno evolute, a partire dall’ Antica Grecia e Roma fino al Medioevo feudale, contrapponendo “fazioni” che negli anni di Marx, ovvero intorno alla metà del 1800, si identificano nel proletariato e nella borghesia, in oppressi e oppressori, come definiti dall’economista stesso. La differenza tra le lotte passate e quella a cui i due autori del Manifesto assistono, sta proprio nelle fazioni sopracitate: mentre nelle società passate come quella medievale o ancor più lontane quelle latine e greche, la distinzione in “caste” era molto più ampia e diversificata, durante il diciannovesimo secolo si riducono a due grandi schieramenti che contengono tutti gli altri, che come già detto, sono proprio la classe borghese e quella operaia.

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Hegel secondo Hösle

Intervista di Vittorio Hösle su Georg Wilhelm Friedrich Hegel

La filosofia della storia di Hegel è ciò che ha contribuito a render note le idee hegeliane; ancora oggi è il testo più letto, perché il più facile da comprendere. La filosofia di Hegel, come idealismo, presenta i più alti livelli fondativi. Per Hegel lo sviluppo dell’Assoluto culmina nel processo storico dello spirito umano. Mentre, lo scopo ultimo dello sviluppo del mondo, è la realizzazione dell’idea della libertà nel processo storico. Si chiede ad Hösle di spiegare la frase più celebre di Hegel, Tutto ciò che è razionale è reale, ciò che reale è razionale.

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Becket e il suo Re, il cinema

Il cinema viene considerata la settima arte fin dalla sua nascita, e il suo scopo può mutare in maniera estremamente flessibile, dall’intrattenimento all’informazione, e, col passare degli anni, è diventato uno strumento di divulgazione esemplare. Nel caso di Becket e il suo re, si tratta di un film storico, il suo scopo può variare, quindi, dal semplice intrattenimento, alla vera e propria informazione su eventi storici, ma se questo è già possibile farlo attraverso la scrittura, perché utilizzare il cinema come strumento mediatico, data la sua maggiore complessità e dispendiosità?

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Volere l’eterno ritorno

La volontà di potenza di Nietzsche, il testo, l’opera, risulta la summa del pensiero del filosofo tedesco; con questo modestissimo intervento analizzeremo il concetto di eterno ritorno dell’uguale partendo da due prospettive diverse, che forse si potranno unire successivamente. Oltre che tratteggeremo il rapporto fra l’eterno ritorno dell’uguale e la volontà di potenza.

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Hitler, accenni biografici

Adolf Hitler è un politico tedesco, fondatore e figura centrale del nazional-socialismo, fondatore della dittaatura totalitaria del Terzo Reich, capo del Partito laburista nazional-socialista tedesco, cancelliere del Reich e Fuhrer di Germania, comandante supremo delle forze armate tedesche nella seconda guerra mondiale. La biografia di Hitler Adolf Hitler nacque nell’austriaca Braunau am Inn il 20 aprile 1889. Era un bambino tanto atteso, perché prima di allora tre bambini erano già morti nella famiglia Hitler. Suo padre, Alois, ha lavorato come doganiere, in modo che la famiglia potesse vivere in relativa prosperità. La madre, Klara, proveniva da una grande famiglia di contadini. Hitler ha studiato in diverse scuole da bambino, poiché la sua famiglia ha spesso cambiato il suo luogo di residenza a causa del lavoro di suo padre. Adolf non ha mostrato alcuna capacità di apprendimento. Quando Hitler aveva quattro anni, suo padre morì. Dopo 4 anni, nel 1907, la madre muore di oncologia, che diventa una vera tragedia per un adolescente. Hitler decide presto di andare a Vienna.

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