conclusioni su Aristotele

Sicuramente Aristotele ha una sensibilità enciclopedica, inoltre vi è sempre quella premessa tra la coincidenza della struttura dell’essere e del pensiero, dunque la frammentazione del sapere non avviene perché in qualche modo il sapere è tutto unito. Abbiamo visto anche come metodo, come strumento, la logica alla ricerca del senso del mondo e l’attuazione delle varie discipline, ora vediamo la fisica, Dio e l’anima. Abbiamo visto le quattro cause, l’origine dei fenomeni che vengono analizzati in base alle quattro cause (materiale, formale, efficiente, finale) ed ogni ente tende alla realizzazione della propria essenza immanente, non è trascendente, come in Platone è l’iperuranio.

La causa materiale, è la causa materia (la sedia è fatta di legno), la formale è la forma, l’essenza della cosa ed è quella forza della quale la cosa si attua (il progetto della sedia), la causa efficiente è il cambiamento (il lavoro del falegname) e infine lo scopo finale sarebbe il perché di quel cambiamento (guadagnarsi da vivere). Possiamo vedere anche quattro tipi di movimento; movimento sostanziale, generazione e corruzione, si muore, si nasce, ci si corrompe. Il movimento quantitativo, crediamo, diminuiamo e questo vale anche per le cose ovviamente, gli animali e quant’altro. Il movimento qualitativo, mutazione o alterazione (il colore della pelle, dei capelli o se siamo un albero, della corteccia). Il movimento locale, quello che noi definiremo proprio il movimento.

Poi abbiamo la visione del cosmo, abbiamo la terra al centro dell’universo, il sole che gira intorno e le stelle fisse. Abbiamo un mondo terrestre, i quattro elementi, che sono i quattro elementi ripresi dai presocratici, dunque Aristotele tende anche una conciliazione dei vari filosofi precedenti a lui. Abbiamo poi un mondo celeste, formato dell’etere e l’etere è una sostanza incorruttibile; in questo mondo celeste alcune stelle si muovono in un senso circolare, formando il cerchio perché è una figura perfetta, ricordiamo le questioni platoniche, pitagoriche. Tutto il movimento è causato da Dio, ma è un movimento finale perché non può essere un movimento materiale in quanto Dio non è materia, non può essere formale, non può essere efficiente perché Dio non dà il “colpetto” al mondo. Dobbiamo quindi arrivare ad una causa che sia immediata, che non parta dal tempo; la causa immediata è appunto la causa finale, dunque l’universo tende alla propria perfezione, tende verso Dio. Come dirà Dante “L’amor che move il sole e l’altre stelle”.

L’anima è la forma del corpo, vegetativa, sensitiva, intellettiva; abbiamo queste forme di anime, o meglio questi “modi” delle anime, perché l’anima è sempre la stessa. Poi abbiamo visto che questo ripercorre la conoscenza in tre stati; abbiamo i cinque sensi, che si trasformano in immagini e poi le immagini vengono trasformate in conoscenza scientifica tramite la ragione, l’intelletto.

Trascrizione di una lezione su Aristotele.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *