Hegel e l’assoluto

Lo Spirito Assoluto è il momento in cui l’Idea giunge alla piena coscienza della propria infinità, ed è il risultato di un processo dialettico rappresentato dall’arte, dalla religione e dalla filosofia.

Nello Spirito Oggettivo vediamo che la razionalità si realizza nell’oggettività delle relazioni intersoggettive e, più precisamente, nello Stato. Lo Spirito Assoluto rappresenta il culmine di questa realizzazione, poiché dal riconoscimento di tipo sociopolitico (famiglia, società civile e Stato) si procede verso il riconoscimento di tipo filosofico, che è la massima autoconsapevolezza che lo Spirito ha di se stesso.
Questo processo di riconoscimento è raggiunto dialetticamente attraverso tre tappe:
• Arte, che riconosce lo Spirito nella forma di intuizione sensibile.
• Religione, che riconosce lo Spirito come rappresentazione.
• Filosofia, che riconosce lo Spirito nella forma del concetto.

Arte
Nell’Arte l’uomo riconosce l’Assoluto tramite la parola, la musica e le immagini, tre forme artistiche. Questa fase (tesi), propone la fusione tra spirito e natura. Nella filosofia hegeliana possiamo riconoscere tre momenti della storia dell’arte, la cui evoluzione esprime un innalzarsi verso una più accentuata razionalità:

  1. Arte simbolica (civiltà orientali dell’antichità): presenta lo squilibrio tra contenuto e forma: il simbolo (la forma) è inadeguato ad esprimere il messaggio spirituale. In questo periodo storico il riconoscimento dell’Assoluto è poco sviluppato: esso non ha elaborato forme simboliche adeguate alla sua espressione, poiché la forma supera il contenuto ancora poco chiaro (architettura e simmetria).
  2. Arte classica (civiltà greco-romana): essa presenta armonia tra contenuto e forma, espressa dalla scultura (figura umana).
    Con il procedere della vita dello Spirito, il contenuto inizia a diventare “troppo elevato” per la forma estetica, allora si passa al momento successivo.
  3. Arte romantica (Europa cristiana medioevale e moderna): in questa fase vediamo l’insufficienza della forma ad esprimere un contenuto spirituale diventato molto più elevato e sviluppato. Si ha, così, un nuovo squilibrio tra contenuto e forma: al contrario dell’arte simbolica, adesso si ha un contenuto spirituale talmente elevato da non poter essere espresso da una forma artistica ormai troppo povera (pittura, musica e poesia).
    Insomma, ad un certo punto, quando lo Spirito, procedendo nel suo sviluppo lungo la storia dell’umanità, per esprimere la sua crescente razionalità necessita di un’altra forma espressiva, e l’arte non è più sufficiente. È proprio in questo caso che Hegel parla di morte dell’arte.

Religione
Anche la religione segue delle tappe evolutive tendenti ad un maggiore adeguamento alla razionalità; anch’essa, però, risulterà inadeguata ad esprimere la vita dell’Assoluto.
Inizialmente appare la religione naturale, in cui il divino coincide con la natura; poi la visione di Dio comincia ad emanciparsi con l’avvento delle religioni della libertà, in cui Dio appare come spirito libero (egizi e persiani); la terza fase propone un Dio come individualità spirituale (giudaismo, greci e romani), in cui emergono sembianze umane; la quarta fase propone la religione assoluta, in cui Dio è spirito infinito (religione cristiana): qui siamo vicini alla concezione dell’Assoluto della filosofia.

La Religione manifesta l’Assoluto tramite la rappresentazione, ma questa presenta tre problemi:

  1. L’Assoluto è presentato come se fosse un ente altro al di fuori del mondo, e quindi rimane un mistero.
  2. L’Assoluto della rappresentazione è a-dialettico, poiché è separato dalla realtà che crea. Ad esempio, nella creazione, Dio (creatore) è separato dalla natura (creato). La natura, invece, non è separata dall’Assoluto, ma è un momento della vita dell’Assoluto.
  3. L’Assoluto, piuttosto che essere processo che si sviluppa gradualmente nel processo storico, diviene evento storico unico e irripetibile (creazione, incarnazione e redenzione).
    Insomma, la religione appare inadeguata ad esprimere la complessità dello Spirito Assoluto. Hegel, dunque, sostiene che il pieno riconoscimento dell’idea di Dio possa avvenire solo nella fase della filosofia dello Spirito.

Filosofia
La Filosofia supera la forma che abbiamo trovato nella teologia: Dio come contenuto è confermato, ma come forma viene superato, poiché non è un Dio confessionale, individuale, personale, ma si esplica come ragione universale. La Filosofia è la “ragione di Dio” che si esprime tramite il concetto, tramite la Dialettica, in maniera mediata. Detto altrimenti: Dio, l’Assoluto, la Ragione, parla tramite la dialettica della filosofia umana. Dio, quindi, si manifesta tramite l’uomo e il suo pensiero filosofico.
Hegel, infatti, scrive: “l’Assoluto è presso di noi”, come correlativamente parla di “sapere assoluto”. A questo proposito citerei la riflessione del Professore di Filosofia Teoretica, Francesco Valentini. Egli ritiene che molti studiosi, nel decifrare questa affermazione abbiano frainteso ciò che Hegel veramente intendeva dire. Si è ritenuto che l’Assoluto hegeliano sia qualcosa di definitivo ed attesti la possibilità per l’uomo di conoscere in maniera cerca. In realtà si tratta di tutt’altra cosa: se leggiamo Hegel con attenzione, ci accorgiamo che questo Assoluto è quanto di più storico si possa immaginare. Il sapere assoluto è un’attitudine che segue a determinati fatti storici, alla Rivoluzione francese.
Secondo Hegel dopo questi avvenimenti l’uomo si è emancipato dalla paura di un oggetto che lo trascende e ha preso coscienza del fatto che le operazioni della sua ragione sono delle operazioni legittime, cioè che la ragione ha in sé la sua misura. Questo non significa, che la ragione non possa sbagliare, ma significa soltanto che non ha altra misura fuori di sé per valutare l’eventuale errore. L’espressione “l’assoluto è fra noi”, quindi significa che le concezioni precedenti ad Hegel dell’assoluto (un qualcosa di non interamente dominabile dall’uomo), ormai sono comprese e liberano l’uomo dal timore che ci possa essere un assoluto che lo trascenda.

Compendio stilato dalla studentessa Beatrice Latina, Liceo Scientifico Statale Antonio Labriola (RM).

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