le scienze secondo Aristotele

Aristotele uno dei massimi pensatori di tutti i tempi. Il suo periodo storico è caratterizzato dalla figura di Filippo II di Macedonia e da quella di Alessandro Magno che starà suo allievo. Le città greche vivono un periodo di crisi e vengono sottomesse dalla Macedonia. Aristotele non aveva origini ateniesi ma proveniva da una zona periferica della Grecia ossia la penisola Calcidica. Essendo visto come uno straniero gli era vietato partecipare alla vita politica della città di Atene. Tuttavia ciò non urtava con i suoi interessi. Infatti nonostante egli tratti di politica nelle sue opere, la politica attiva non rientrò mai tra le sue attività. Non gli piacquero i successori della scuola di Platone e perciò si trasferì in Asia Minore insieme a un suo nuovo discepolo, Teofrasto, il primo ad aver scritto un trattato di botanica. I due si recarono ,infine, all’isola di Lesbo dove si dedicarono allo studio della biologia marina. Una delle date piú importanti concerni la vita di Aristotele è il 342 a.C., anno in cui lui ritornò ad Atene ,che era stata ormai conquistata da Alessandro Magno ,dove fondò una scuola, “il Liceo”, in cui era presente un “peripateto” (dove si poteva passeggiare); gli allievi erano detti “peripatetici”. Il peripato o liceo poiché consacrato ad Apollo Licio divenne una scuola la cui fama sorpassò quella dell’accademia di Platone. Il liceo venne adibito anche a museo di storia naturale e a biblioteca in cui vennero raccolte grandi opere di vario genere.

Aristotele si contraddistingue da Platone per due aspetti ossia l’interessamento del mondo naturale e quello della pluralità di interessi. In particolare il primo aspetto allude allo studio dell’unico mondo reale che è definito come realtà e il secondo fa riferimento alla molteplicità di scienze che hanno ciascuna un metodo di indagine e un oggetto di indagine. Dunque non ci si proietta piú verso un mondo dell’iperuranio platonico ma un rimanere nel mondo empirico e reale. Certamente questo comporterà una diversa impostazione metodologica e filosofica ma anche diverse interpretazioni che porteranno a considerare Aristotele un “empirista”. Pertanto egli ritiene che sia errato riportare ogni disciplina alla filosofia poiché vi è un autonomia delle scienze. Questo non comporta una frammentazione del sapere perché non c’è una frammentazione del reale. Dunque c’è una piena corrispondenza tra il pensiero e l’essere – qui Parmenide ritorna sempre in auge. Aristotele nega la teoria di Platone per la quale le scienze hanno una struttura piramidale con al vertice la dialettica. Al contrario egli ritiene che tutte le scienze presentino la medesima importanza e che seguano una linea orizzontale. A quanto detto è necessaria la specifica che è presente una scienza prima , una scienza dell’essere, ossia la metafisica. Le scienze sono classificate in:

●      Scienze teoretiche;

●      Scienze pratiche;

●      Scienze produttive;

Le scienze teoretiche hanno come oggetto il necessario ossia ciò che può essere diverso da come è ;hanno come scopo la conoscenza disinteressata della realtà ;il metodo usato è quello dimostrativo. L’aspetto disinteressato è molto importante perché sottintende la volontà di sapere per puro piacere senza un peculiare fine. Tra queste scienze è possibile annoverare:

●      La matematica:ha come oggetto la quantità ,i numeri ,le dimensioni e include l’aritmetica e la geometria. Studia enti e figure geometriche che non sono soggetti al divenire poiché immobili.

●      La fisica: studia le leggi che governano la natura e gli enti naturali che nonostante siano soggetti al divenire non lo sono le loro leggi.

●      La filosofia: studia l’essere in quanto tale come nella metafisica

Nelle scienze pratiche ,invece, si annoverano:

●      L’etica: è orientata verso la felicità individuale. Essa ha come oggetto di studio il comportamento individuale.

●      La politica: è orientata verso la felicità collettiva. Essa ha come oggetto di studio le strutture della società e le forme di governo. Aristotele dall’analisi di queste ultime e da varie considerazioni non risale a una teoria incontrovertibile di quale sia la miglior forma di governo a differenza di quanto viene vagheggiato da Platone.

Nelle scienze produttive ,infine, rientrano la tecnica e le arti belle (l’architettura, la scultura, la pittura, la musica, la poesia, la danza, la retorica). La “poiesis” ha come fine la manipolazione di oggetti possibili e il metodo è quello non dimostrativo cioè valido “perlopiù”. Ad esempio nella pittura si utilizzano “perlopiù” alcuni colori in quanto non c’è una scienza esatta. Sia le scienze pratiche che quelle produttive hanno a che fare col possibile,che potrebbe essere diverso da ciò che è. Nelle scienze poietiche l’oggetto prodotto avrà una vita indipendente dal soggetto che l’ha prodotto.

Trascrizione di una lezione su Aristotele.

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