Nietzsche e Pirandello

Pirandello è un lettore accanito di Nietzsche (lo sostenne in un’intervista del 1936). Nietzsche ne La Nascita della Tragedia sostiene che i Greci contro l’abisso dionisiaco avevano alzato statue bianche per difendersi dal baratro; così Pirandello dice, in merito a questa analogia, che lui le ha «scrollate»; si ha così un accenno del decostruzionismo: vengono decostruiti, infatti, tutti gli elementi e tutti gli aspetti della psiche e della morale.

Pirandello e Nietzsche sono due personaggi «ibridi», Pirandello legge anche di filosofia come lo stesso Nietzsche non è semplicemente un filosofo ma letterato. Ricordiamo che l’unico filosofo che sicuramente ha letto è Schopenhauer. Il destino dell’uomo, per una certa corrente filosofica dell’Ottocento e del Novecento, lo vede legato al tramonto della metafisica; non ci sono più le stesse idee tranquillizzanti come per i Greci. Invece, i nuovi miti e idee tranquillizzanti consistono nella narrazione morale per l’uomo borghese. I nodi con cui si possono unire Pirandello e Nietzsche sono perciò la questione morale, del Cristianesimo, della maschera, della pazzia e di una presupposta realtà oggettiva. 

  • L’aspetto moralista fa parte di tutta l’«epopea» di Nietzsche cioè la critica ha tutti gli aspetti morali dell’uomo che vive dell’apollineo. Per quanto riguarda Pirandello l’uomo borghese è imbrigliato nelle convinzioni morali e si rende conto di non essere libero.
  • La questione del Cristianesimo non tanto nella figura del Cristo, più che una critica al Cristo storico si esplica come una critica al Cristianesimo. Questo perché il Cristianesimo è il baluardo della morale, della vendetta dei perdenti. Il giovane Pirandello scrive delle poesie contro il Cristianesimo come una rinuncia alla vita e ai piaceri. Anche l’aspetto della morte e della resurrezione sono una negazione della vita. Nietzsche sostiene che sia la morale dei poveri (di mente?) poiché non potendo accedere a Platone, al suo sistema filosofico, si accede al Cristianesimo. 
  • La maschera, infatti, tutti i personaggi di Pirandello hanno una maschera. In Pirandello c’è anche la grandiosità che si rendono conto della maschera, di non essere liberi e di non poter esprimere la propria persona. In Nietzsche, l’uomo vive di maschera e su di un palcoscenico. Qui c’è il riferimento al teatro, noi siamo costretti a recitare, ma la nostra libertà, la nostra identità dove inizia? Questa è una domanda che Nietzsche si è fatto indirettamente e sicuramente Pirandello ha potenziato questa impostazione. Si ricordi l’ironia di Pirandello riguardo gli accadimenti. 
  • L’aspetto della follia. Nietzsche è morto folle essenzialmente, in un manicomio. Il folle è colui che compie una rottura rispetto al giudizio morale della società e della folla.
  • La realtà oggettiva. La distruzione dell’io unitario e dell’io come certezza di entrambi sia Pirandello sia Nietzsche. Nietzsche ritiene che l’io come certezza non esista. Invece, il soggetto di Pirandello è frammentario, cioè un soggetto che vive di singoli frammenti.

Trascrizione di una lezione su Nietzsche.

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