la seconda rivoluzione industriale

La seconda rivoluzione industriale oltre che dall’aspetto sociale è caratterizzata anche da un enorme sviluppo economico, conseguente di un forte numero di invenzioni che tutt’ora sono indispensabili per la nostra quotidianità. Gli effetti più sensazionali di questa nuova fase furono prodotti da una nuova forma di energia: l’elettricità.

Questa era stata scoperta da Alessandro Volta, alla fine del 700, ma poté essere applicata solo quando Antonio Pacinotti inventò la dinamo, nel 1860.
L’elettricità permise qualche anno dopo l’invenzione del telefono, ideato da Antonio Meucci e brevettato dall’americano Grahambell, e del fonografo inventato da Edison negli Stati Uniti. Lo stesso Edison inventò anche la lampadina, oltre che, trasformando in energia la caduta delle cascate del Niagara, costruì la prima centrale elettrica. Le centrali risolsero i problemi energetici dei paesi poveri di carbone, fornendo energia alle macchine industriali e rivoluzionando i mezzi di trasporto, elettrificando le tramvie urbane e le ferrovie.
Samuel Morse invento il telegrafo, che trasmetteva segnali a distanza attraverso cavi elettrici, ma c’era il problema che, per collegare le diverse zone del mondo occorrevano migliaia di chilometri di cavi che avrebbero dovuto attraversare interi oceani. I fisici dunque condussero delle ricerche
sull’elettricità, scoprendo delle onde elettriche invisibili che trasportano quest’ultima nello spazio: le onde elettromagnetiche. Da questa scoperta derivò l’invenzione del telegrafo senza fili e dei raggi x, ovvero onde elettromagnetiche in grado di attraversare i muri e il corpo umano, scoperte dal tedesco Rongten.
Intorno al 1880, negli Stati Uniti comincia l’estrazione del petrolio che sarà destinato a sostituire il carbone. La benzina, derivata dal petrolio, permise lo sviluppo del motore a scoppio con cui, Friedrich Benz costruì la prima automobile, e i fratelli Wright riuscirono a far decollare il primo
aeroplano. Negli stessi anni il tedesco Rudolf Diesel metteva a punto il motore a gasolio.
La chimica è una scienza che si sviluppò alla fine del Seicento e che rivoluzionò l’industria tessile attraverso l’anilina, che rese più vivace la moda, colorando gli abiti in maniera più economica rispetto ai coloranti naturali. Inoltre si scoprirono anche tessuti artificiali derivati dalla cellulosa, meno costosi rispetto a quelli di lino, seta e cotone. Nel campo degli esplosivi lo svedese Nobel inventa la dinamite, che può essere usata come potente arma ma anche nelle costruzioni stradali e
altre applicazioni. È proprio un procedimento chimico che permise di fare la prima fotografia, che poi diventò a colori e in seguito farà nascere la prima pellicola cinematografica. Questo sarà sufficiente ai fratelli Lumiere, in Francia per costruire un meccanismo per produrre il loro primo
film. La chimica raggiunse importanti risultati soprattutto nella ricerca biologica e nella medicina.
Infatti in questo periodo si individuano i bacilli della tubercolosi e del colera e vengono diffusi i vaccini contro la rabbia e il vaiolo. Nel campo della medicina viene introdotta l’anestesia e vengono scoperti il bromuro, l’aspirina e il ddt. Vengono affinate la pastorizzazione, il congelamento e l’inscatolamento che fanno sviluppare l’industria alimentare. Si costruiscono fogne coperte e si scopre l’importanza dell’igiene.

Il metallo era conosciuto come prodotto nobile del ferro, e fu usato per fabbricare spade perfette, ma era costosissimo a causa dei lunghi tempi di lavorazione. La grande rivoluzione avvenne quando scoprirono un procedimento chimico meno lungo e meno costoso, rendendo
l’acciaio un metallo impiegato su vastissima scala che grazie alla sua leggerezza, elasticità e robustezza lo fecero definire il Metallo perfetto. Ebbe utilizzo nella costruzione di corazzate delle navi e di macchine industriali. Esso fu un tassello chiave anche per lo sviluppo dell’edilizia civile
fornendo strutture leggere per costruire ponti ed edifici enormi tra cui la torre Eiffel e il ponte di Brooklyn. Fra il 1870 e il 1914 il suo consumo aumentò di 80 volte, anche pur poiché venne usato per la costruzione delle rotaie che non furono più in ghisa ma in acciaio, in quanto sopporta meglio sia le temperature più alte che quelle più basse.
È proprio col progresso tecnologico che nella prima e seconda rivoluzione industriale si ha un’effettiva mutazione della struttura sociale dei paesi industrializzati. Fuggirono tutti dalle campagne per rifugiarsi nelle città, per cercare lavoro nelle fabbriche, il che provocò una conseguente diminuzione del salario, secondo la legge del mercato. Allo stesso
tempo il rendimento agricolo aumentò, portando un aumento della materia prima, quindi di pari passo un aumento esponenziale del benessere collettivo. Inoltre cambia il modo di lavorare: quando prima gli artigiani conoscevano ogni fase del progetto e sapevano mettere a punto ciascun
processo dall’inizio della produzione alla fine, nella rivoluzione industriale gli operai divengono ignari del prodotto che stanno producendo, non ne conoscono l’utilità né a quale punto della produzione si trovano

Sempre nel campo operaio inizia l’emancipazione femminile (con la nascita di una consapevolezza). Le donne vengono implementate e accettate persino nei lavori letterari. Sempre nel campo letterario ci sono immensi cambiamenti che corrispondono al cambiamento della morfologia delle città. Così come le condizioni di alloggiamento dei lavoratori peggiorano, la letteratura li descrive; inizia un immensa impresa critica, critica verso la società, verso i grandi proprietari e le condizioni delle città. Pagati pochissimo, gli operai, dovettero iniziare per l’appunto a vivere ammassati in pochi metri quadri, di conseguenza le condizioni igienico-sanitarie peggioravano nonostante la nascita di medicinali dati dall’immenso progresso della chimica e della biologia. La mortalità infantile «si abbatte», il numero di figli per donna diminuisce portando le donne a partorire in media due bambini al posto dei cinque pre-rivoluzione. L’età media si alza da 25-35 anni a oltre i 60; di conseguenza si ha un incremento demografico consistente. Nell’ambito urbanistico iniziano a nascere i primi blocchi, e case popolari, rendendo la periferia di gran lunga più amplia del centro. L’aristocrazia viene «depotenziata» e la nuova classe protagonista diviene la borghesia produttiva. Si ha un immenso cambio nel modo di pensare dei patrimoni che nella rivoluzione industriale viene investito al posto di lasciarlo «fermo e sicuro». Anche questo aspetto portò ad una ricchezza determinante per apportare tutte le migliorie che la rivoluzione industriale necessitava.

Inoltre grazie al progresso chimico, come antecedentemente detto, si riesce a conservare meglio il cibo (avvento del cibo in scatola), non si morirà più di fame e gli ortaggi fuori stagione potranno essere consumati Si ha perciò una dieta più equilibrata che grazie anche allo sviluppo dei vaccini e dei medicinali porterà ad un tenore di vita migliore.
I turni di lavoro medi dei proletari erano all’incirca di 14-16 ore, questa e molte altre ragioni portarono l’insorgere un movimento di protesta chiamato luddismo verso il 1811 volto a distruggere le macchine con la violenza nonostante le pesanti sanzioni previste. Insorsero spontaneamente delle specie di fondi ai quali molti cittadini donavano dei fondi per risarcire chi sul lavoro rimaneva infortunato oppure ucciso, una sorta di assicurazione sul lavoro «clandestina» non prevista dallo stato. Nasce la famosissima linea di pensiero di Karl Marx e di Friedrich Engels che avrà successo nel secolo successivo.
Possiamo concludere dicendo che la rivoluzione industriale è stato quell’evento che ha fatto compiere il primo passo verso la società odierna.

Riassunto stilato dagli studenti Andrea Iaconis e Pietro Olia, Liceo Scientifico Statale Antonio Labriola (RM).

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