Santa Agnese fuori le Mura

Nella Basilica di S. Agnese fuori le Mura di Roma v’è uno splendido mosaico raffigurante la Santa e i due papi le cui vicende sono legate all’edificio, Simmaco (…-514) e Onorio I (…-638); in particolare Onorio fece costruire la basilica sopra la tomba della Santa, dove precedentemente v’era un sacello ad corpus – in parte seminterrato – restaurato da Simmaco.

Il mosaico citato è importante per quanto concerne la storia del vestiario ecclesiastico, vi sono vari elementi che cercherò di riassumere brevemente. I paramenti raffigurati sono: la casula,1 la dalmatica,2 il pallium e i campagi (compagi) ovvero scarpette nere indossate sugli udones (calzari bianchi).
Le casule sono di colore scuro; il marrone era un colore illustre per quel periodo – mentre da lì a poco, in epoca carolingia, saranno il rosso e il giallo, vedasi gli affreschi ad esempio di S. Maria Antiqua. Le casule, nel qual caso chiamate a campana (diffuse fino al XI secolo inoltrato), e le dalmatiche – si deve notare – sono molto voluminose, ciò significa che v’è una certa ricchezza, un certo commercio, e che questi paramenti sono espressioni di uno status. Gli indumenti pervenutici del X e XI mostrano dimensioni enormi, si parla di tre metri di diametro e cinque dalla circonferenza all’orlo.3 Nel nostro mosaico tale quantità di tessuto permette a papa Onorio di avere un ritratto maestoso nella posa di orans – certamente per maneggiare questa quantità di stoffa bisognava essere «esperti».
I due papi indossano il pallium, che una volta contraddistingueva i filosofi, per questo veniva qualvolta ripudiato, il quale liberamente si muove tra la schiena e il petto, con i lembi che si incrociano sulla spalla sinistra, pendendo sul lato di ciascuno.
L’abbigliamento di Simmaco non è di per sé decorato, a differenza dei mosaici di S. Vitale a Ravenna, che nello stesso periodo mostrano come il vestiario dell’elite laica, incluso ovviamente l’imperatore Giustiniano, sia prezioso – mentre il vescovo Massimiano è adornato solo con una croce nera e alcune frange all’estremità. Pertanto la decorazione negli abiti liturgici era un lusso poco sentito, il codice sacro che indossa il papa è, diversamente, d’oro e tempestato di gioielli.
Santa Agnese è vestita come una principessa bizantina ed è certamente la figura che indossa i capi più lussuosi, ha il loros e un copricapo coperto da gioielli, la sua veste presenta un medaglione dorato in cui è inserito un uccello con l’orlo abbellito da motivi ornamentali; presenti sono inoltre dei disegni ricamati sull’orlo nel mantello bianco, indossato come un drappo sul braccio sinistro.
Per concludere: pur se i papi esprimono la propria ricchezza grazie alla quantità di stoffa dei loro abiti, da un punto di vista della decorazione v’è una certa sobrietà, sobrietà che era diffusa anche negli abiti dei chierici comuni e persino in coloro che erano venerati come santi (Mauro e Settimio a S. Venanzio a Roma); invece, come nel caso di Ravenna, sono gli oggetti e gli altri personaggi sacri e i membri dell’elite laiche a ostentare un certo gusto per la decorazione.

1La casula o pianeta è una veste liturgica indossata durante la celebrazione della Messa.
2Lunga tunica (fino alle ginocchia) di epoca romana rimasta in uso nella liturgia e che presenta larghe mani.
3Come nel caso della casula di sant’Alboino conservata presso il Museo Diocesano Hofburg a Bressanone.

Mosaico absidale
Casula di Sant’Alboino, seta bizantina, 1000 circa

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