Il colonialismo come conseguenza della storia umana moderna

Il fenomeno del colonialismo ha avuto un ruolo tutt’altro che marginale all’interno dello sviluppo di quelli che adesso sono considerati i paesi più industrializzati e sviluppati del globo, per questo è giusto partire da questo argomento per inquadrare i fatti avvenuti dopo nella storia e per definirne la forma (irregolare, ciclica o progressiva). Per molti versi la storia del colonialismo può essere fatta iniziare con la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo nel 1492, anche se, fuori dall’Europa, già si erano verificati numerosi episodi di colonizzazione tra diverse tribù locali e non. Il perché di questa voglia improvvisa di cercare nuove terre e, una volta trovate, spingersi anche ad uccidere il popolo locale sono racchiuse in varie teorie e spiegazioni. La teoria più conosciuta è quella composta da 3 ragioni che spiegherebbero lo spostamento di alcune civiltà in altre zone del mondo: lo spirito imperialista, lo sviluppo economico europeo e il forte aumento della popolazione. Queste ragioni possono essere tranquillamente valide, ma pochissimi storici si sono domandati del perché troviamo così tanta disuguaglianza tra le varie popolazioni.

Uno tra quelli che questa se l’è posta e ha anche cercato di dargli una risposta completa è Jared Diamond un biologo che, utilizzando esperienze personali e dati alla mano, si è messo a ripercorrere gli ultimi 13000 anni della storia umana, scrivendoci un libro intitolato “Armi, acciaio e malattie”. Egli cerca di dare un’altra faccia di una medaglia che non è mai stata girata, quindi escludendo la teoria delle differenze razziali legata alla classica frase “gli aborigeni australiani sono rimasti cacciatori-raccoglitori perché sono meno intelligenti degli europei o degli americani”, ma cerca di basare tutto su differenze ambientali e non biologiche.

Qui veniamo al nocciolo della questione, perché, che le ragioni siano biologiche o date dalle differenze ambientali e del territorio, se partiamo dal colonialismo per poi analizzare il resto della storia umana fino a quella contemporanea, si basa tutto su conseguenza legate alle ragioni che abbiamo nominato precedentemente (che sia di una o dell’altra) per questo la storia non può che non essere un conseguimento di eventi per via consequenziale. L’opinione riportata è la più limpida e razionale che si può avere, anche se, come per tutte le cose, c’è chi la pensa diversamente. Prendendo per esempio uno tra i più celebri filosofi tedeschi e portavoce dell’idealismo tedesco, Georg Wilhelm Friedrich Hegel, egli era profondamente convinto del fatto che “la ragione governi il mondo e che quindi anche la storia universale debba essersi svolta razionalmente”, pensiero diverso ma non lontano da quello riportato precedentemente. La differenza sta nel fatto che agli occhi del filosofo tedesco il divenire della storia possiede una precisa logicità e razionalità, riconducibile alla suprema volontà divina, come se fosse stato Dio ad escogitare tutto, quando oggi abbiamo le basi scientifiche per affermare che sono state concause incatenate tra loro che hanno permesso il divenire della storia, da noi oggi conosciuta come contemporanea.

Riflessione stilata dalla studente Federico Dimichele, Liceo Scientifico Statale Antonio Labriola (RM).

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