l’ateismo e la nuova fede

Ogni uomo, all’interno di una società basata sulla concordia ed il reciproco sostegno, ha dentro di sé dei valori, inseriti a priori da una figura trascendentale, che da secoli identifichiamo con il concetto di Dio. Se un individuo che si muove in una piccola realtà sociale e primordiale, chiamata famiglia, concepisce nella sua interiorità il valore comunemente condiviso della bontà, per cui anche se appena nato e privo di ogni educazione non è indirizzato a nessuna forma di violenza, ciò sta inevitabilmente ad affermare che l’uomo che vive in comunità condivide dei valori, valori promulgati da una figura esterna a noi, Dio.

La condivisione di valori interiorizzati e condivisi che fondano la società in cui ogni individuo si muove, porta alla conseguente concordia tra uomini, visti dunque non come atomi provenienti da un puro sistema meccanicistico, la natura (che tende a dar sfogo alle passioni più crude e violente non tenendo conto dell’inevitabile conseguenza di quest ultime su atomi a noi circostanti, altri uomini). La concordia ed il reciproco sostegno, escludono ogni forma di individualismo, promulgato al contrario dal sistema meccanicistico a cui si alludeva precedentemente, per cui se l’uomo ingloba in sé, o meglio riconosce, una figura trascendentale capace di mantenere unita una società basata su ideali di buono, bello e giusto, la civilizzazione esclude ogni genere di atomizzazione che a sua volta collega strettamente l’individuo alla massimizzazione del profitto.
Nella società odierna, l’ateismo si sta diffondendo in modo esponenziale, al passo con il desiderio smaniante di ottenere un capitale finanziario trionfante; alla base del fenomeno del capitalismo vi è la disintegrazione di un agglomerato di atomi concordi in una società, dunque l’uomo, incapace di credere in nulla se non il nulla, è indirizzato alla divinizzazione di un “mondo piatto, proiettato nella pura immanenza”, come afferma Diego Fusaro, in cui ciò che guida il senso comune, non è un ideale proposto da ciò che è trascendente (Dio), bensì ideale proposto dall’imminente. Dunque il quesito sorge spontaneo, cosa ha scatenato l’atomizzazione dell’individuo?
La risposta la si trova studiando il processo di sviluppo del capitalismo, dove la centralità del capitale, dunque del denaro e non del bene, non necessita di nessun accordo morale e politico tra i diversi scambisti ma esclusivamente di un accordo monetario. È logico pensare che un totale distacco da valori tramandati da una figura divinizzata, concepisca in sé l’annullamento dello stesso Dio; in un’epoca in cui si dissolve la comunità, l’uomo è delineato come singolo atomo consumista finalizzato al solo accrescimento del capitale e di conseguenza non alla concordia e alla solidarietà.
L’annullamento totale di una figura trascendentale è peraltro un chiaro segnale di perdita di interesse per la verità, o meglio perdita di interesse per ciò che è complicato da indagare, che va oltre lo scibile e materiale. La conseguenza del disinteresse è la ferrata dedizione dell’uomo per il possesso di beni, l’acquisto delle merci e più precisamente la divinizzazione del mondo proiettato nella pura immanenza di quest’ultimo.
La religione, rispetto al contesto capitalistico, acquisisce perciò una connotazione negativa, promulgatrice del regresso in quanto ostacolatrice del progresso: “Dio è morto”.

Riflessione stilata dalla studentessa Giuditta Macigno, Liceo Scientifico Statale Antonio Labriola (RM).

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