Becket e il suo Re, il cinema

Il cinema viene considerata la settima arte fin dalla sua nascita, e il suo scopo può mutare in maniera estremamente flessibile, dall’intrattenimento all’informazione, e, col passare degli anni, è diventato uno strumento di divulgazione esemplare. Nel caso di Becket e il suo re, si tratta di un film storico, il suo scopo può variare, quindi, dal semplice intrattenimento, alla vera e propria informazione su eventi storici, ma se questo è già possibile farlo attraverso la scrittura, perché utilizzare il cinema come strumento mediatico, data la sua maggiore complessità e dispendiosità?

La risposta non è così semplice: innanzitutto è importante separare l’idea del libro storico da quella del romanzo storico, poiché il libro storico ha il solo scopo di raccontare, in maniera oggettiva, eventi storici, senza l’intervento di elementi di fantasia, complesse caratterizzazioni dei personaggi trame intriganti che mirano a scavare nell’animo umano, tutte componenti che invece fanno da protagoniste all’interno di un romanzo storico, che mira ad interessare il lettore, rispecchiandolo nelle sventure e nei sentimenti dei personaggi, ed è qui che si pone la grande differenza tra i due, parliamo dello studio dell’animo umano, che crea nel lettore un senso di appartenenza alla storia, potendo sentire quelle sensazioni, descritte tra le pagine, dentro di sé.

Arrivati a questo punto, possiamo ormai accertare che un romanzo storico può ricevere più interesse da parte del lettore, data, in poche parole, la sua struttura coinvolgente, ma anche esso può risultare avere dei difetti, poiché la costruzione visiva delle scene avviene attraverso l’immaginazione del lettore, la quale è determinata dalle descrizioni del libro, che hanno, ovviamente, dei limiti, di conseguenza potrebbero crearsi nella mente del lettore immagini storicamente non accurate, o un coinvolgimento non del tutto pieno, magari a causa di elementi non chiari, è qui che, quindi, interviene la settima arte di cui parliamo: il cinema. Il cinema permette di rappresentare eventi storici in una maniera estremamente accurata, sempre a dipendere dalla bravura di chi realizza la pellicola, e nel caso di Becket e il suo re, esso rappresenta gli eventi trattati in maniera estremamente accurata, attraverso l’uso di costumi, scenografie, oggetti di scena, ma anche di temi e linguaggi storicamente contestualizzati. Il cinema, proprio come il romanzo, ma anche in maniera più accentuata, scava a fondo nell’animo dei personaggi, rappresentandone la frustrazione o la gioia, la rabbia o la paura, dando modo allo spettatore di immedesimarsi nella situazione, diventando completamente coinvolto. In più il cinema permette di evidenziare alcuni aspetti più di altri, non solo attraverso la trama o i dialoghi, ma anche visivamente, utilizzando particolari inquadrature al fine di sottolineare dei dettagli, cosa difficilmente realizzabile attraverso la scrittura. Infine, ciò che rende il cinema uno strumento di cultura anche più efficace della letteratura sono i tempi e i mezzi di rappresentazione: un libro può impegnare un individuo anche per mesi, rendendo l’apprendimento molto lento e sempre meno interessante, mentre un film, con il suo impatto visivo-auditivo (anche attraverso le musiche, importantissimo elemento di contestualizzazione) e i suoi tempi brevi, spesso intorno alle 2 ore, permette di rendere l’apprendimento più veloce ed efficace, mantenendo l’interesse molto alto, diventando quindi il miglior strumento di apprendimento specialmente per le nuove generazioni, le quali sono continuamente sommerse da informazioni e che, quindi, non sono abituate alla pazienza o alla “noia”, necessitando di messaggi decisi, brevi, e di forte impatto, come possono essere quelli forniti da un film.

Scritto stilato dallo studente Andrea Fiorucci, Liceo Scientifico Statale Antonio Labriola (RM).

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