Carlo Magno e i Sassoni

Si trattò della campagna militare in assoluto più lunga e più ardua che Carlo abbia mai fatto. Si combatterono in tutto diciotto battaglie e si conclusero con l’annessione della Sassonia al regno dei Franchi, e con la conversione di questi al cristianesimo dal paganesimo germanico. Il territorio sassone si può suddividere in quattro regioni diverse: Ostfalia, Angria, Vestfalia e la Nordalbingia.

Le guerre iniziarono con l’invasione del territorio sassone da parte dei Franchi, con l’assoggettamento degli Angri e con la distruzione del simbolo sacro di Irminsul presso Eresburg (772 o 773), un simbolo sacro che rappresentava un pilastro che sosteneva il cielo, letteralmente un albero. La campagna fu condotta da Carlo Magno fino al fiume Weser, distruggendo numerose roccaforti sassoni. Dopo aver negoziato con parte della nobiltà ed essersi procurato ostaggi, Carlo rivolse la propria attenzione alla guerra contro i Longobardi in Italia settentrionale.

I contadini liberi sassoni, guidati da Vitichingo, approfittarono di questo momento per tentare di invadere il Reno. La seconda campagna fu condotta nell’anno 775. Carlo marciò attraverso la Vestfalia, conquistando il forte di Syburg, poi tagliò ancora vittorioso per l’Angria; sconfisse infine gli Ostfali, e il loro comandante, Hessi, si convertì al Cristianesimo. Tornò quindi in Vestfalia, lasciando sguarniti gli accampamenti di Syburg ed Eresburg. Tutta la Sassonia, eccetto la Nordalbingia, si trovava ora sotto il suo controllo, ma i recalcitranti sassoni non sarebbero rimasti sottomessi a lungo.

Dopo una nuova guerra in Italia, Carlo tornò rapidamente nel 776 per la terza volta in Sassonia, dove una ribellione aveva distrutto la fortezza di Eresburg. I Sassoni furono ancora ricondotti all’ordine, ma Vitichindo si rifugiò presso i Dani. Carlo Magno costruì un nuovo accampamento a Karlstadt. Nel 777 convocò un’assemblea nazionale a Paderborn, per annettere tutta la Sassonia al regno dei Franchi. Molti Sassoni furono battezzati.

L’intento primario dell’assemblea era di avvicinare la Sassonia al cristianesimo. A questo scopo furono reclutati missionari, soprattutto anglosassoni. Carlo emise numerosi decreti intesi a infrangere la resistenza sassone e a infliggere pene capitali a chiunque seguisse pratiche religiose pagane o violasse la pace del re. Le guerre proseguirono, anche perché i Sassoni difendevano accanitamente la propria libertà.

Nell’estate del 779, Carlo Magno entrò nuovamente in Sassonia, conquistando Ostfalia, Angria e Vestfalia. In una assemblea presso Lippspringe divise poi il paese in distretti missionari e contee franche. Egli stesso presenziò a molti battesimi di massa nel 780. In seguito tornò in Italia e stavolta, sorprendentemente, non vi furono rivolte. Dal 780 al 782 il paese fu, perciò, in pace.

Nei pressi del villaggio di Deventer, nell’odierna Olanda sorgeva una chiesa che aveva la fama di essere stata costruita appena alcuni decenni prima da un santo e predicatore cristiano di origini inglesi, San Livino. La zona in cui sorgeva la chiesa, vista la vicinanza del confine dei Sassoni, era uno dei punti pericolosi dell’impero franco, tuttavia monaci come Livino si recavano con coraggio a predicare pacificamente il Vangelo presso le popolazioni non ancora del tutto convertite al cristianesimo. C’è da segnalare che una vicina popolazione germanica, i Frisoni, era già stata in buona parte convertita. Ma nel gennaio del 782 un’orda di Sassoni fece incursione in territorio franco, bruciando e saccheggiando la chiesa e cacciando i cristiani.

Vitichindo tornò a guidare una rivolta che si tradusse in numerosi assalti alla chiesa. I Sassoni invasero il territorio dei Catti, una tribù germanica già convertita da San Bonifacio e stabilmente integrata nell’Impero carolingio. Vitichindo annichilì l’esercito franco sul Süntel, mentre Carlo era impegnato in una campagna contro i Sorbi.

In risposta a questo smacco, Carlo Magno, con il massacro di Verden, ordinò la decapitazione di 4000 sassoni, sorpresi a praticare il paganesimo dopo la conversione alla fede cristiana. Vitichindo riparò nuovamente in Danimarca. Il massacro produsse tre anni consecutivi di guerra continua (783-785), con Carlo Magno a svernare nella Sassonia centrale, a Minden. Nel 783, la guerra vide le donne sassoni lanciarsi in battaglia. Una di esse fu Fastrada, figlia di un conte sassone, che nel 784 sarebbe diventata la quarta moglie di Carlo.

La svolta avvenne nel 785, quando Vitichindo, battezzato a sua volta, giurò fedeltà a Carlo. Fu con la conclusione di questa campagna che Carlo Magno poté rivendicare la conquista della Sassonia, e il paese fu pacificato per sette anni, sebbene la ribellione sia proseguita, sporadica, fino all’804.

Nel 792 i Vestfali insorsero contro i signori del luogo, in risposta al reclutamento forzato nella guerra agli Avari. Nel 793 Ostfali e Nordalbingi si unirono agli insorti, ma la rivolta non ebbe altrettanto seguito delle precedenti e fu completamente sedata nel 794. Subito dopo, nel 796, vi fu una ribellione degli Angri, ma la presenza personale di Carlo Magno e dei leali cristiani sassoni e slavi ne permise l’immediata repressione. Poco dopo, nel 798 venne combattuta l’ultima grande battaglia della guerra a Bornhöved nell’Holstein orientale che vide la sconfitta dei sassoni ad opera degli Obodriti che nell’occasione erano alleati dei Franchi.

L’ultima insurrezione dell’indomito popolo avvenne nell’804, oltre trent’anni dopo la prima campagna di Carlo. Stavolta i Nordalbingi, la più indisciplinata delle tribù sassoni, furono messi in condizione di non nuocere. Carlo infatti ne deportò 10.000 in Neustria e ne donò le terre abbandonate al re degli Abodriti.

Verso la fine delle guerre sassoni, Carlo Magno aveva preso a enfatizzare la riconciliazione. Nel 797 ammorbidì le leggi speciali, fino ad allora molto rigide, e nell’802 il diritto comune sassone fu codificato nella Lex Saxonum. Questa politica fu accompagnata dalla fondazione di strutture ecclesiastiche (fra cui i vescovati di Paderborn, Münster, Brema, Minden, Verden e Osnabrück) che consolidarono la conversione. Da segnalare che l’ultima rivolta sassone fu quella degli Stellinga, tra l’841 e l’845.

Elaborato dello studente Leonardo Santoni, Liceo Scientifico Statale Antonio Labriola (RM).

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