struttura e sovrastruttura

Di Marx vedremo due aspetti importanti: il primo è la questione del materialismo storico dialettico e l’altro è il capitale e le eventuali critiche in esso contenute. Abbiamo visto in classe la questione del calvinismo, ma perché è importante e cosa c’entra? Bisogna dire che Calvino aveva posto come segno della Grazia Divina la ricchezza, cioè l’accumulo di denaro: in questa impostazione colui che ha benessere, prodotto dal lavoro, è già in qualche modo salvo, è segno della Grazia che diventa visibile e sicura tramite la ricchezza (generata dal lavoro). Di conseguenza, il povero è quello che commette il peccato ed è escluso dalla Grazia di Dio; impostazione molto diversa da quella del Medioevo, dove il povero era la presenza di Cristo nella società.

Abbiamo visto anche le categorie di struttura e sovrastruttura, cerchiamo di applicarle. In un contesto pre-capitalista, come quello dell’epoca di Calvino (della Riforma), che vede nell’uomo ricco un uomo nella Grazia di Dio, viene giustificato l’accumulo stesso di ricchezze e dunque l’ideologia pre-capitalista. La religione giustifica l’economia e l’accumulo di ricchezza. La religione in questo caso è la sovrastruttura, cioè è l’ideologia che si vuole auto-giustificare, invece la struttura rimane la società pre-capitalista, con tutti i suoi mezzi di produzione, il modo di produzione, le forze produttive e quant’altro. Questi sono discorsi presenti nell’Ideologia Tedesca, l’opera che scrisse insieme a Engels.

Riassumendo: il materialismo è l’importanza che si dà alla materia, intesa come produzione, mezzi di produzione e quant’altro. Un modo di pensare che Marx prende da Feuerbach. La storia è intesa invece come un processo dialettico, che si evolve e si trasforma sotto la spinta dinamica di concrete nature socio-economiche, non di idee, di processi e di figure dello Spirito, ma proprio di nature storiche sociali ed economiche, effettuali, vere e reali.

Abbiamo visto che il modo di produzione è ad esempio la società medievale, il feudalesimo, oppure la società pre-capitalista, quella di Calvino. Invece le forze produttive indicano le componenti che consentono la produzione dei beni stessi, la forza lavoro e i mezzi utilizzati, ad esempio il trattore e le conoscenze scientifiche; ma le conoscenze scientifiche vanno a pari passo con i bisogni della guerra; essa è un grande motore per loro, dal momento che molte delle conoscenze scientifiche sono state usate per scopi bellici, i quali a loro volta necessitavano di studi peculiari.

Poi abbiamo i rapporti di produzione della stessa forza lavoro e le relazioni che si stabiliscono tra i soggetti coinvolti nel processo. Da queste strutture nasce la sovrastruttura che, come dice il termine, deve «stare sopra», dove saranno le ideologie, la cultura, la religione, l’economia stessa e le ideologie sulla storia. Invece la struttura, come abbiamo visto, è costituita da forze produttive e rapporti di produzione (materialismo).

Si deve citare anche gli elementi dialettici, ad esempio la dialettica servo-padrone di Hegel, che in questo caso è la lotta di classe, un elemento dinamico all’interno del processo storico che fa sì che un modo di produzione particolare venga superato e sostituito con un altro successivo. Possiamo fare l’esempio dei borghesi che sostituiranno i nobili nel Medioevo.

Nell’età mercantile, quando finì l’epoca medievale in cui c’era il Signore nobile che aveva la tesaurizzazione delle proprie ricchezze, nasce la figura del borghese e del mercante; in questo momento, secondo Marx, deve nascere una nuova figura, in realtà già nata, quella del proletario, dell’operaio, la cui visione deve sostituire quella del borghese. Secondo Marx, mentre abbiamo le varie classi egemone delle varie epoche, ad esempio nobiliare nel medioevo e borghese (periodo mercantile), quella del proletariato e dell’operaio deve superare la classe egemone, sostituendosi ad essa, sostituzione che non deve avvenire dentro lo Stato con le sue riforme, ma capovolgere la situazione.

Questa è una cosa che abbiamo visto già con la questione della proprietà privata, la cui eliminazione fa sì che esista la divisione del lavoro tra lavoro manuale e lavoro intellettuale. Invece la collettiva azione delle forze di produzione e dei mezzi di produzione fa si che il trattore o il terreno non è mio e tuo, ma di tutti e ci permette a tutti di vivere.

Questo avviene grazie al fatto che non ci deve essere più la libertà solo per alcuni individui ma per tutti (una libertà effettiva). Da ricordare che ci troviamo sempre in un contesto post Kantiano dove razionalità significa libertà. Secondo Marx libertà significa che ci deve essere l’abolizione della proprietà privata e la collettivizzazione dei mezzi di produzione. Conseguentemente si avrà una società senza classi, con la dittatura del proletariato, non avremo più il diritto dell’eredità, però avremo la nazionalizzazione delle banche e dei mezzi di trasporto, l’educazione pubblica gratuita per tutti, l’estinzione di ogni forma di Stato.

Lo Stato stesso è un apparato di ideologia della classe dominante e per questo motivo utilizza i suoi mezzi coatti per controllare le classi (cosa che vedremo nel totalitarismo in storia). Come accennato varie volte, Foucault (un filosofo francese contemporaneo) sosteneva proprio la persuasione del potere dello Stato, cioè la capacità dello Stato di controllare e manipolare la vita degli individui, esso infatti è informato, sa benissimo dove abitate, quanto guadagnano i vostri genitori, cosa fate, come vi spostate ecc., in questo modo vi controlla. [Possibile collegamento all’esame con la questione dei totalitarismi]. Con l’estinzione di ogni forma di Stato, avremo, secondo Marx, la democrazia diretta e l’autogoverno della gestione della causa pubblica e una società nuovamente senza classi.

Trascrizione di una lezione su Marx.

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